domenica 2 novembre 2008

LETTERA DA ROMA

Ero a Roma, sul pulman dei sindacati che è andato alla manifestazione a Roma. Siamo rimasti fermi tre ore dopo aver percorso 200 metri dalla stazione Termini. Piazza del Popolo, punto d’arrivo, l’abbiamo visto in cartolina. Quando abbiamo deciso di sfollare verso l’una, stavano ancora arrivando dei gruppi dalla stazione dei metro che iniziavano la loro manifestazione. Non ci si poteva muovere, il corteo era completamente bloccato e non si sfilava. Così si girava lì, dandosi un’occhiata intorno, guardando manifesti e volti, striscioni e colori di una giornata fantastica. Ero in una zona di studenti medi, di scuole superiori. Molte sembravano in gita scolastica, guidate dai prof che saltavano quando i loro studenti urlavano “Chi non salta la Gelmini è”. L’aria era distesa, l’allegra spavalderia dei ragazzi contrastava con la serietà con cui si ponevano il problema della scuola.
“Prof, adesso dove lo metto lo striscione?” dice serio un ragazzo, a metà strada tra autonomia e diligente sottomissione all’autorità.
“Con questa riforma a scuola non si torna” lo slogan accomunava ragazzi e docenti, in cerca di un futuro possibile.
“Mary star, la riforma fa cagar”
“Siamo contro l’UGM, Università Gelminicamente Modificata”
I cartelli erano di ogni tipo fatti di ironia, sberleffi, voglia di ridere. I volti erano allegri, colorati, le magliette con scritte che immagino disegnate sopra la sera prima, dopo una cena con amici. Poi le cose più serie.
“Scusate, ma smetteremo di curarvi il cancro” diceva lo striscione di alcuni ricercatori che facevano i conti con i loro tagli. Le ore passavano con le buone notizie da Pavia..
“Siamo tanti”
“Piazza Vittoria è strapiena”
“5.000 persone!!!”
Siamo tornati indietro, gli occhi pesti dal sonno e la schiena disfatta da ore in piedi. Alla nostra età! Riflettevamo su un piccolo cartello, scritto a mano. Sintetizzava bene le nostre tesi:
“L’istruzione costa. Ma sapete quanto costa l’ignoranza?”

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