venerdì 31 ottobre 2008

Bressana e Casteggio votano a grande maggioranza la mozione contro la riforma Gelmini

Il 29 ottobre, al termine dell'ultima assemblea sindacale, i lavoratori della scuola dei circoli didattici riuniti di Bressana Bottarone e di Casteggio, dopo aver analizzato il decreto legge 137 e dopo aver discusso della legge 133 e del piano programmatico di attuazione, hanno approvato, modificata in parte nelle forme, ma non nella sostanza, la mozione votata a grande maggioranza dal collegio docenti di Landriano. Il documento, che ha ottenuto 101 voti favorevoli su 104 presenti all'assemblea ( 2 contrari e 1 astenuto ) è stato affisso all'albo dei docenti e dei genitori di tutti i plessi lì rappresentati e, opportunamente ingrandito, formato manifesto, è stato posto davanti ai plessi di scuola primaria, insieme al manifesto dello sciopero del 30 ottobre. Tutti i plessi di scuola primaria del circolo di Bressana Bottarone hanno "chiuso per sciopero"( otto plessi in otto paesi diversi) e così pure la maggioranza di quelli della scuola dell'infanzia ( cinque plessi). Analoga, la situazione del circolo di Casteggio che è sembrato molto compatto nell'adesione allo sciopero. La risposta delle insegnanti è stata particolarmente incoraggiante, poichè era stato subito messo in chiaro che il decreto sarebbe passato anche al Senato e che proprio questo rendeva ancor più imprescindibile la grande mobilitazione di fine ottobre. Nelle prossime settimane verrà organizzata un' assemblea rivolta ai genitori ed ai cittadini tutti del territorio, poichè è fondamentale prima di tutto fare una corretta informazione ed ampliare la base di una protesta civile, imprescindibile e ANTIFASCISTA.

giovedì 30 ottobre 2008


Complici mio figlio, la baby sitter, la febbre, il vomito e la macchina automatica per le impronte digitali (rotta) stamattina mi sono persa l'immenso piacere di partecipare al corteo e al presidio in piazza per manifestare contro la Gelmini e la sua legge sui tagli alla scuola!

Per alleviare un minimo l'arrabbiatura, con un orecchio teso verso la camera di mio figlio e l'altro verso la piazza gremita di manifestanti che intonavano cori di protesta, sono uscita sul balcone (abito in piazza della stazione) con la macchina fotografica e ... vi ho immortalati!

Eravate tanti, compatti, fieri e bellissimi: guardatevi qui sopra.

Andiamo avanti, non molliamo!!

Un abbraccio a tutti da Angela mamma di Filippo, Giacomo e Matteo (che vogliono fare il tempo pieno in una scuola PUBBLICA di qualità!).

mercoledì 29 ottobre 2008

Il 1° Circolo Didattico di Pavia approva la convocazione di assemblee in ogni plesso

Martedì sera, 29 ottobre, si è riunito il Consiglio del 1° Circolo didattico di Pavia ed ha approvato un documento (modello collegio docenti Landriano) con il quale si impegna ad organizzare in ogni plesso del Circolo riunioni ed assemblee con i genitori e gli insegnanti, facendosi carico il Dirigente di spiegare gli effetti del decreto sulla formazione delle classi e l'organizzazione della didattica a partire dal prossimo anno.
Occorre che queste assemblee siano altamente partecipate e si continui a richiedere comunque un momento assembleare cittadino organizzato congiuntamente da tutti i Circoli didattici in cui evidenziare i problemi che dovrà affrontare Pavia, città ad alta diffusione di classi a tempo pieno e con una grande tradizione di qualità dell'offerta, anche grazie all'intervento dell'ente locale, soprattutto nei primi anni.

martedì 21 ottobre 2008


"Ma nessuno si muove a Pavia, per difendere la scuola e l'università di qualità?"
"Dove sono tutti quelli che si sono battuti per introdurre il tempo pieno nella scuola primaria pavese?"

E così nasce, spontaneamente, al di fuori di sigle di partiti e di sindacati, il movimento di genitori e insegnanti, studenti e cittadini di Pavia: si viene a creare in questo autunno, "caldo" non solo per la tiepida temperatura che stranamente ci avvolge ancora, ma caldo per le bruciature che il decreto Gelmini produrrà all'organizzazione scolastica e delle università, alla vita delle famiglie, alla formazione e crescita degli alunni e degli studenti.

Un foglio di informazione degli effetti del Decreto gira tra i genitori fuori delle scuole, e si riempie di firme che testimoniano il disagio, lo stupore di chi è ancora incredulo che tutto ciò possa realmente accadere:
il ritorno ad una scuola elementare di 24 ore, un maestro unico, classi differenziali, la distruzione delle professionalità degli insegnanti di ogni ordine e grado, l'annientamento della ricerca.


1200 firme dopo 5 giorni, 450 firme raccolte in piazza in tre ore il sabato successivo, ed ancora fogli che arrivano, inaspettati, raccolti da improbabili militanti politici: sono solo genitori ed insegnanti indignati, che per la prima volta assumono in prima persona, senza delegare partiti e sindacati, il compito di protestare d informare.

Ecco come nasce questo Comitato di Genitori per la Scuola di Pavia:
- una Email (genitoriperlascuola@gmail.com) per riferimento,
- un Gruppo Google per organizzarsi,
- un Blog, questo blog, per lanciare in modo più ampio questo grido di indignazione, che non coinvolge solo insegnanti e genitori della scuola primaria, ma tutti gli ordini di scuola, studenti ed Università e quanti hanno a cuore il futuro di questa città, di questo paese.

Ecco chi siamo, e se sei qui a leggerci anche tu sei uno di noi.
Siamo tutti genitori di queste nuove generazioni, sia che abbiamo figli o no, sia che siamo insegnanti, studenti od operiamo in altri settori.

Siamo genitori, per la Scuola che forma dei cittadini del nuovo mondo, dove diverse culture si incontrano e si arricchiscono a vicenda.

Siamo genitori, per la Scuola che offre opportunità a tutti, che sia anche autorevole, ma che tenga al centro del suo percorso educativo e formativo l'obiettivo di creare cittadini consapevoli e critici, preparati ad affrontare le sfide culturali e tecnologiche che il nuovo secolo ci presenta.

Non abbiamo un "Manifesto", nè lo creeremo.
Non abbiamo nè statuti o regolamenti.
Siamo solo genitori, insegnanti, cittadini e studenti che si vogliono battere per la scuola, e ti chiedono: vieni con noi! Non stare lì da solo, anche tu puoi farlo, puoi dare un tuo contributo di idee, di parole, di fatti, di azioni.
Ti basta un click, un solo click, qui.

Il Circolo di Landriano dice
NO al maestro unico


MOZIONE DEL COLLEGIO DEI DOCENTI
CIRCOLO DIDATTICO DI LANDRIANO

I Docenti del Circolo Didattico di Landriano riuniti in data 16 ottobre 2008, preso atto delle disposizioni in materia scolastica contenute nella Legge 133/08 e nel DL 137/08

ESPRIMONO NETTO DISSENSO


- alla proposta di ritorno al maestro unico prevista dall’art. 4 del DL. 137/08;
- ai tagli degli organici previsti dalla manovra economica (86.000 docenti e 45.000 ATA in meno, nel triennio 2009/2011) che colpiranno in prevalenza i precari;
- alla riduzione di 8 miliardi di euro di finanziamento per la Pubblica Istruzione nel triennio 2009/2011.

Perché tutto ciò incide pesantemente nel lavoro quotidiano e ne pregiudica la qualità.
La revisione di un modello didattico organizzativo deve nascere da un percorso partecipato da chi nella scuola lavora e ne ha esperienza, non può essere imposto con un Decreto Legge.

L’esperienza della scuola pubblica italiana è stata caratterizzata negli ultimi decenni da un lungo lavoro e impegno di pedagogisti e insegnanti che, attraverso innovazioni e sperimentazioni pedagogiche, hanno costruito un modello valido e riconosciuto a livello internazionale.
Un modello di “eccellenza” che viene dimesso, quasi di nascosto, senza possibilità di confronto e di contributi da parte di chi ha vissuto le forme e le riforme della scuola, contribuendo al loro successo.

E’ questo un intervento che non risponde ad alcun principio pedagogico né risolve emergenze educative, ma si colloca semplicemente nella logica dei tagli di spesa pubblica con un accanimento inspiegabile verso il settore che un Paese evoluto dovrebbe considerare tra le sue priorità economiche, visto che dagli investimenti nella scuola dipende la formazione dei futuri cittadini.

TUTTO CIO’ E’ MOLTO GRAVE !

Nell’interesse dei bambini e delle bambine, delle famiglie, degli studenti, dei lavoratori della scuola e del futuro del nostro Paese.

I lavoratori del Circolo Didattico di Landriano

CHIEDONO AL GOVERNO

di procedere all’immediato ritiro del DL 137/08 e si impegnano a partecipare e sostenere tutte le azioni di mobilitazione e di protesta che verranno attivate nelle prossime settimane.

Delibera approvata a maggioranza: 61 voti favorevoli; 1 astenuto.

lunedì 20 ottobre 2008







Il Comitato Genitori e Insegnanti per la Scuola di Pavia si è costituito nell’ottobre 2008 ed è formato da un centinaio di genitori e insegnanti di Pavia e provincia che intendono impegnarsi per la difesa della scuola a tempo pieno: una scuola di qualità che garantisca pluralità di offerta educativa e multiculturale.

Ha organizzato varie mobilitazioni ed incontri con le Direzioni didattiche e i Consigli di Circolo e di Istituto, nonché con il Comune di Pavia per sollecitare la modifica delle misure legislative che si andavano profilando con i Decreti Tremonti e Gelmini.

Tra le prime iniziative del Comitato vi è stata la raccolta di 3600 firme davanti alle scuole e nelle piazze cittadine per l’abolizione o la modifica delle nuove normative che avranno effetto a partire dall’a.s. 2009/2010.


Le attività di questi mesi:

- supporto alle famiglie per una migliore comprensione dei contenuti e degli effetti della riforma;
- presentazione di mozioni agli organi di rappresentanza della scuola che sono state votate ed approvate;
- organizzazione di assemblee e dibattiti nelle scuole del territorio;
- istituzione di tavoli di confronto con vari comitati per la scuola;
- confronto con le istituzioni locali;
- costituzione di presìdi nella città con raccolta di firme dei cittadini;
- incontri con i Dirigenti Scolastici e Consigli di Circolo perché alle famiglie che iscrivono i figli alla prima classe della scuola primaria sia offerto il modello scolastico attuale.



Ufficio stampa Comitato:
Paola Tacconi
email: genitoriperlascuola@gmail.com

Calamandrei - Discorso agli studenti milanesi (1955)


Ottobre 29, 2007 di Andrea Cortese

La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé.
La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.

Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. È un po’ una malattia dei giovani l’indifferentismo.
«La politica è una brutta cosa. Che me n’importa della politica?».
Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l’oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn’è mica mio!».
Questo è l’indifferentismo alla politica.

È così bello, è così comodo! è vero? è così comodo! La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono… Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa.

Però la libertà è come l’aria.
Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai. E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica…

Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci dentro il vostro senso civico, la coscienza civica; rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi nel mondo non è solo, non è solo che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto, un tutto nei limiti dell’Italia e del mondo. Ora io ho poco altro da dirvi.

In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sapere intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane…

E quando io leggo nell’art. 2: «l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale»; o quando leggo nell’art. 11: «L’Italia ripudia le guerre come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli», la patria italiana in mezzo alle altre patrie… ma questo è Mazzini! questa è la voce di Mazzini!
O quando io leggo nell’art. 8:«Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge», ma questo è Cavour!
O quando io leggo nell’art. 5: «La Repubblica una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali», ma questo è Cattaneo!
O quando nell’art. 52 io leggo a proposito delle forze armate: «l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica», esercito di popoli, ma questo è Garibaldi!
E quando leggo nell’art. 27: «Non è ammessa la pena di morte», ma questo è Beccaria! Grandi voci lontane, grandi nomi lontani…

Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti!
Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione! Dietro ogni articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta.

Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento, è un testamento di centomila morti.

Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.
Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione
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